Non c’è da stare tranquilli nemmeno quando si compra un alimento comune come il latte: questo viene coltivato insieme ai pesci. Vegetariani sconvolti.
Il latte è uno degli alimenti più consumati in tutto il mondo e lo consumano anche coloro che hanno optato per un’alimentazione vegetariana. E’ un alimento ricco di proteine, vitamine, sali minerali e in particolare di Calcio, un nutriente fondamentale per la salute delle ossa e dei denti.
A parte chi ha optato per un’alimentazione 100% vegana o chi è allergico, tutti gli altri lo consumano. I vegani, solitamente, sostituiscono il latte vaccino con bevande vegetali di vario tipo che possono essere a base di soia piuttosto che di di avena, di mandorla o di riso. In commercio ormai la scelta è veramente ampissima. Si pensa, in tal modo, di non sfruttare gli animali per la produzione di latte che è destinato ai loro cuccioli.
Un’opinione che può essere condivisa come no ma il punto è un altro. Sugli scaffali di un certo supermercato è arrivata la bevanda vegetale di riso che non può dirsi a tutti gli effetti vegan: infatti il riso viene coltivato assieme ai pesci, sfruttando le deiezioni di questi animali. Una novità che rischia di sollevare non poche polemiche.
L’agricoltura guarda al futuro e trova soluzioni ingegnose che, tuttavia, potrebbero far storcere il naso a qualcuno. E’ arrivata, da qualche giorno, la bevanda di riso coltivata con i pesci. I vegani e i vegetariani saranno d’accordo? Si prevede una fitta pioggia di polemiche.
Tra i supermercati meglio riforniti di alternative vegetariane e vegane c’è sicuramente Lidl: in questo discount tedesco si trovano tantissimi prodotti plant based e il rapporto tra qualità e prezzo è davvero eccellente. Da qualche tempo, però, accanto alle classiche bevande vegetali ne è comparsa una alquanto strana: una bevanda di riso del marchio Vemondo – il marchio tipico di Lidl – prodotta con riso coltivato sfruttando i pesci.
In che senso i pesci vengono sfruttati? Non si può parlare di sfruttamento vero e proprio, ovviamente, ma diciamo che il riso in questione viene coltivato con la tecnica della risipiscicoltura. In pratica all’interno delle risaie è stato inserito un allevamento di pesci i quali, nutrendosi di larve di insetti e alghe dannose per il riso, evitano che vengano impiegati pesticidi. Non solo: le colture del riso traggono beneficio dalle deiezioni dei pesci che fungono da fertilizzanti naturali.
Possiamo dire che, quindi, questa bevanda è realizzata con un riso che alla fine è pure più sano proprio perché, grazie ai pesci, non c’è bisogno di usare né pesticidi né fertilizzanti chimici. Ma alla base dell’etica vegana, vi è il rifiuto di sfruttare gli animali per qualunque scopo: i pesci dovrebbero nuotare liberi nel mare, nei laghi o nei fiumi e non dentro allevamenti per coltivare il riso. Pertanto questa bevanda di riso, anche se più sana, rischia di sollevare parecchie polemiche.
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